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PROTEZIONE inCIVILE ed INFRASTRUTTURE TRUFFA


Il ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, non pensa alle dimissioni e attacca la Protezione civile: "Devono guardarsi allo specchio" L'ira di Lunardi sotto assedio "Ora basta con lo scaricabarile"


di BARBARA JERKOV, La Repubblica.

Pietro Lunardi ROMA - "A dimettermi non ci penso proprio". E' tanto perentorio quanto seccato il tono di Pietro Lunardi quando a sera, alla fine dell'ennesima, bruttissima giornata, respinge gli assalti di quanti, avversari e alleati, tornano alla carica chiedendo la sua testa e si sfoga con i suoi collaboratori tecnici. "Non ho niente da rimproverarmi", assicura secco il ministro, "sono altri, semmai, che dovrebbero guardarsi nello specchio, io i loro scarica barile non li accetto". E quando dice loro, Pietro Lunardi vuol dire la Protezione civile, vuol dire Guido Bertolaso. A farsi mettere in croce, è chiaro, non ci sta. Ingegnere civile uso a dettar legge con i suoi operai, imprenditore volitivo e di successo (raccontano che Berlusconi se ne sia innamorato quando, invitato ad Arcore durante la campagna elettorale del 2001, Lunardi si presentò col suo elicottero personale, atterrando direttamente sul prato di villa San Martino). Ebbene, Lunardi non si è mai adeguato alle liturgie del palazzo. Neppure il palazzo, va detto, si è mai adeguato a lui: è appena di qualche settimana fa l'ultima tempesta politica che gli si è abbattuta addosso, quella per lo scontro fra i treni sulla Bologna-Modena, con relativa richiesta di dimissioni e gelo da parte degli stessi colleghi forzisti. I più maliziosi giurano che pure il premier se ne sia disamorato da un pezzo. Ogni mese, grosso modo, ce n'è una. Stavolta, l'emergenza neve sulla Salerno-Reggio Calabria. Si diceva il braccio di ferro con la Protezione civile. Lunardi è furente. Non bastava l'opposizione, con l'annuncio di una mozione di sfiducia individuale ("tutta propaganda elettorale", liquida la cosa). No, adesso ci si mette pure il j'accuse di Bertolaso. "Questi signori", si è sfogato ancora Lunardi, "dicono di aver dato l'allarme annunciando che il 25 avrebbe nevicato... Ma queste informazioni me le può dare qualsiasi telegiornale! La Protezione civile ha il compito di intervenire, non di lanciare allarmi. In occasioni come queste c'è sempre la tentazione di chiamarsi fuori, ma adesso basta con gli scaricabarile, ognuno si assuma le proprie responsabilità". L'altra notte, l'Anas ha preparato per il ministro una relazione, quattro pagine dettagliate su questi infernali tre giorni. Arrivando in ufficio di buon mattino, Lunardi trova il dossier sulla sua scrivania. Lo trasmette subito alla Presidenza del Consiglio. Verso le 10 il ministro è a Palazzo Chigi per il Consiglio dei ministri, si avvicina al Cavaliere, un faccia a faccia di pochi minuti, con Berlusconi - rivela un collega di governo che li ha visti - "evidentemente scuro in volto". Berlusconi ha già in mano l'informativa, ma ha anche già avuto modo di parlare della vicenda con Bertolaso, uomo per il quale nutre grande stima e fiducia. "Caro presidente", gli ha ribadito con garbo il capo della Protezione civile, "noi la nostra parte l'abbiamo fatta, abbiamo dato l'allarme meteo con largo anticipo, ma l'allarme è caduto nel vuoto. C'è quanto meno un problema di coordinamento. Il Parlamento aveva istituito un centro nazionale per fronteggiare le emergenze della viabilità, ma il decreto istitutivo non è mai stato varato". Sotto accusa, evidentemente, i ministeri che fanno fatica a spogliarsi delle rispettive competenze per cederle al dipartimento della Protezione civile. Il risultato, avverte Bertolaso, eccolo. Durante il Consiglio dei ministri del caso A3 non si parla. Basta l'informativa scritta, evidentemente. Nella relazione, l'Anas riferisce una serie di circostanze e, naturalmente, allontana da sé ogni responsabilità: "Le direttive antineve del ministro Lunardi e l'allarme meteo della Protezione civile - si legge - hanno avuto una piena applicazione da parte dell'Anas, che ha attivato le sue squadre e i mezzi spargisale e spazzaneve fin dalla sera del 25 gennaio, spargendo oltre 10.000 quintali di sale, disponendo l'obbligo delle catene e allertando tutti gli organi competenti". Ciò nonostante, "decine di mezzi pesanti, senza catene, hanno occupato le carreggiate, impedendo la circolazione". Per quanto riguarda la collaborazione con altre autorità, la relazione cita i Vigili del fuoco, le Prefetture e le forze di polizia: nessun cenno sulla Protezione civile.

 

 

 

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